Le Maddalene


La catena montuosa delle Maddalene si trova nell’area sud orientale delle Alpi Retiche ed appartiene geograficamente al Gruppo Ortles-Cevedale.
Questo esteso sistema montuoso è sede del Parco Nazionale dello Stelvio e comprende la cima dell’Ortles(3905 msm) , punto culminante delle Alpi Orientali ad est del Bernina ultimo quattromila.

Tra i sottogruppi dell’Ortles-Cevedale,quello delle Maddalene è il meno elevato infatti solo due vette superano i 2700 metri e precisamente Punta Quaira(2752 msm) e Cima Tuatti(2701 msm) e perciò i caratteri sono quelli della media montagna facilmente accessibile agli escursionisti. Particolarmente meritevoli per gli estesi panorami e quindi di essere visitate e di facile accesso sono: cima Binagia(2644 msm), cima Stubele (2668 msm), cima Olmi(2656 msm), Vedetta Alta(2627 msm) e cima Luco (2433 msm).

Il nome della catena probabilmente deriva dal toponimo indicante una località dove era proibito tagliare il fieno prima del 22 luglio giorno di Santa Maria Maddalena. Questo dunque è il giorno della montagna e dei montanari e che, in tempi passati indicava una stagione di lavoro e fatica molto lontana dall’odierna dimensione dell’escursionismo e dal turista moderno. Le cime e i valichi, dalla morfologia complessa e dalle molteplici direttrici escursionistiche, sono tutt’oggi in parte sconosciute a molti alpinisti .
Situate a cavallo tra Trentino e Sud Tirolo (Alto Adige) ,mancano grandi pareti rocciose o ghiacciai ,ma per chi le visita e percorre i numerosi sentieri,sono comunque in grado di riservare, molte altre sorprese e angoli incontaminati di natura selvaggia.
A nord i crinali scendono verso la germofona Val D’Ultimo, incantevole vallata alpina ricca di masi antichi straordinariamente preservata da speculazioni turistiche,mentre a sud degradano verso la Valle di Non costituendo un’area di notevole interesse naturalistico altrettanto ben conservata e ricadente nei Comuni sempre a parlata germofona di Proves, Lauregno, Senale San Felice e nonesi-ladini di Rumo e Bresimo.

Foresta, pascolo e rocce: così si presentano le Maddalene dal fondovalle alle più alte creste e giogaie. La composizione forestale varia secondo i versanti e le quote altimetriche;infatti è presente una grande varietà di specie arbustive ed erbacee; dai larici , pini mughi e ontani cresciuti sui rari substrati calcarei delle quote superiori fino all’abete rosso,bianco,il nocciolo,la betulla e il faggio delle quote inferiori che costituiscono il piano basale.
Altrettanto ricca la presenza di laghetti di origine glaciale “di circo”, ove non è difficile scorgere il salmerino alpino e di una fauna molto varia quali il camoscio,il capriolo, il cervo,la lepre variabile, i tetraonidi come la pernice bianca ed il gallo forcello e i rapaci quali l’aquila reale, la poiana, gufi, civette ed anche il gipeto. Recentemente si riscontra la presenza anche di qualche orso vagante, proveniente dal vicino parco del Brenta.

Questo aspetto arricchisce ulteriormente queste montagne di aspetti di natura selvaggia e quadri ancestrali.
L’attività umana è presente con numerose malghe ancora attive ove nel periodo estivo viene praticato oculatamente il pascolo del bestiame con grandi benefici per il territorio.
Anche la flora alpina può per l’occhio attento riservare sorprese con preziosi endemismi presenti. La formazione geologica delle Maddalene secondo la Teoria della tettonica delle Placche durante la fase Eoalpina e più precisamente nell’Oligocene(da 35 a 25 milioni di anni fa) registrò una stasi dei moti con l’assetto definitivo come oggi più o meno ci è noto.
Poiché l’area delle Maddalene fa parte delle Alpi Orientali ed è situata in prossimità della linea tettonica “delle Giudicarie” ( che è a sua volta una diramazione del” Lineamento Insubrico”) che corre in direzione NE-SO e separa i terreni austroalpini dai sudalpini è possibile notare come gran parte delle montagne siano costituite da micascisti e paragneiss.
Tale linea fa da raccordo tra la porzione Valtellinese a quella orientale della Val Pusteria. Il clima di queste montagne è diverso a seconda dell’altitudine e dei versanti. Il piano basale dai 800-1000 metri sul livello del mare e fino ai 1300-1400 metri è costituito da un clima temperato fresco con temperature medie annue intorno ai 6 gradi,la neve normalmente compare a novembre-dicembre e copre il terreno fino a marzo inoltrato, mentre alle quote superiori le temperature medie annue sono notevolmente più basse determinando un clima alpino più marcatamente continentale.

Infatti la neve può comparire già nel mese di ottobre e permanere fino a maggio inoltrato con un numero di giorni di gelo notevole. In taluni anni quindi,soprattutto nei versanti a nord e nei canaloni si può riscontrare la presenza di estesi nevai fino a giugno inoltrato. Recentemente anche qui come in tutto il pianeta le stagioni sono più anomale e talvolta certi itinerari sono percorribili senza rischi anche durante la stagione autunnale- invernale per la mitezza del clima o l’assenza di significative nevicate.
Ciò può far apprezzare ulteriormente queste montagne per i meravigliosi panorami e colori autunnali che le contraddistinguono nelle terse ottobrate. L’itinerario del Sentiero “Aldo Bonacossa” segue a mezza costa il versante sud della catena dal Passo Palade (1518 msm) al Passo Palù(2412msm).
Questo tracciato è stato aperto nel 1976 dalla SAT di Fondo ed è stato dedicato al Conte alpinista milanese Aldo Bonacossa uno dei primi esploratori del Gruppo Ortles Cevedale ed autore nel 1915 della rara e minuziosa guida alpinistica”Regione dell’Ortler”, a suo tempo confiscata dalle autorità militari Italiane ed Austriache proprio per l’estrema precisione descrittiva delle montagne del Gruppo che, lungo l’attuale confine regionale, durante la Grande Guerra furono teatro di una tragica vicenda bellica portata avanti per quattro lunghi anni ed in condizioni disumane dai contrapposti eserciti dell’Impero Austroungarico e Italiano.

Oggi la zona è contraddistinta da un ottima rete di sentieri tracciati con i segni, bianco-rossi,a cura delle sezioni locali CAI_SAT(Società Alpinisti Tridentini) _AVS (Alpen Verein Sud Tirol) mentre la sicurezza nei soccorsi è garantita dalle Stazioni di Fondo e Cles del Soccorso Alpino Trentino nonché dal BRD(Bergrettungsdienst)di Lana all’Adige.

Fonti bibliografiche:

  • SAT FONDO- Alta Val Di Non 1873-1992:120 ANNI
  • Guida Alle Maddalene di Fabrizio Torchio ed Enzo Gardumi
  • Le Valli del Trentino-Aldo Gorfer

MARCHES IVAN